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Giornale del Popolo

  Letteratura sui sentieri di frontiera (Francesco Biamonte)

Letteratura sui sentieri di frontiera

Con l'intento di favorire i rapporti franco- svizzeri, il Festival " Par- dessus le mur l'écriture" si sposta ogni anno in una diversa regione di confine del Giura Romando. Quest'anno, da maggio a settembre, ha luogo la quarta ed ultima edizione.

di Francesco Biamonte

Oltre il muro, la scrittura": è questo il nome di un vasto progetto, sperimentale e ambizioso, iniziato quattro anni fa e che si concluderà con le tradizionali " passeggiate letterarie", in programma nel prossimo settembre. Di cosa si tratta? Di una serie di incontri e letture che percorre tutto l'arco giurassiano, interrogando la frontiera franco- svizzera. Un programma pluriennale fortemente ancorato nel territorio, attraverso incontri, nelle biblioteche locali, con scrittori svizzeri e francesi, durante la primavera; poi con la presenza sul luogo di uno scrittore ospite, che ha il compito di elaborare un testo a partire dagli incontri con la gente del posto. Il momento forte di questo processo di scambio creativo, ogni anno, sono le cosiddette "pérégrinations littéraire" di settembre: un fine settimana di " passeggiate letterarie", scandite da letture, affidate ad attori professionisti, e incontri pubblici. Nel prossimo settembre il quarto ciclo prenderà fine: tra gli scrittori presenti a quest'ultima edizione troviamo Alberto Nessi, Marius Daniel Popescu, Jordi Bonells e Philippe Fusano. Iniziatrice e coordinatrice di tutta la manifestazione è Marion Ciréfice, alla quale chiediamo un primo bilancio del quadriennio trascorso.
Marion Ciréfice - Dopo il recente " no" francese alla Costituzione Europea sono sempre più convinta della necessità di progetti di questo tipo, che testimoniano un impegno civile, attraverso incontri in cui le " storie" vengono messe in comune, raccontate. La parola " insieme" ha qui un senso forte, anche se ciò richiede un lavoro che permetta di darle il suo pieno significato, in un'epoca in cui assistiamo a un ripiegamento su se stessi dovuto a paure che non trovano modo di esprimersi. Sono fortemente convinta che, oggi più che mai, dobbiamo porci a cavallo tra le frontiere, perché divengano luoghi di passaggio. Paradossalmente, mi sembra che le regioni di montagna ( come l'arco giurassiano) in un recente passato fossero più propizie agli interscambi.

In questi quattro anni il vostro progetto ha subito un'evoluzione. In che modo, con quali novità, arrivate nel 2005 alla conclusione del vostro percorso progettuale?

Fin dall'inizio il nostro progetto si è posto più obiettivi. È sempre stata importante l'idea di un lavoro che mettesse in relazione voce e paesaggio, testo e contesto. A poco a poco questo aspetto ha preso il sopravvento e abbiamo forse lasciato in secondo piano altre idee iniziali. Avremmo voluto, ad esempio, lavorare anche in una direzione multidisciplinare; aggiungere al nostro programma la pittura e la scultura, la musica e la teatralità. Di fatto siamo andati verso una semplificazione della proposta. Questo incontro è funzionato perfettamente nella prima edizione; nella seconda, invece, ci è sembrato meno intenso, perché avevamo sparpagliato il programma su un territorio troppo vasto.

Al centro del processo creativo, nel vostro festival, c'è il concetto di incontro tra scrittore " en résidence" e pubblico. Con quale bilancio?

Nel 2002 lo scrittore svizzero Yves Laplace, grazie all'incontro con la popolazione locale, ai ricordi legati alla guerra, ha composto molto rapidamente un libro, Un mur cache la guerre, pubblicato dall'editore Stock di Parigi. Nel 2003, Fabienne Pasquet, autrice ginevrina dalle origini haitiane ha intensificato il suo rapporto con la popolazione del luogo, ma in maniera quasi eccessiva: nel suo caso l'incontro ha avuto il sopravvento sulla scrittura e alla fine le persone che la scrittrice aveva incontrato non si sono riconosciute nel suo testo. Ma questo fa parte dei rischi di un lavoro sperimentale come il nostro. Nel 2004, con Michel Berretti, ci siamo trovati nella situazione opposta: l'autore ha finito per lavorare in modo troppo isolato.

Quali sono state le altre iniziative importanti?

Abbiamo voluto sollecitare, dal 2003, anche autori svizzero- italiani e svizzero- tedeschi, chiedendo loro un piccolo testo sul tema della frontiera, che poi abbiamo tradotto e letto in una serata, coronata da un dibattito sui rapporti tra le lingue nella letteratura. Nel 2004 abbiamo prodotto un CD, realizzato con la collaborazione di Espace2. L'edizione di quell'anno, che si è svolta lungo il fiume Doubs, ha inoltre coinvolto le scuole, con l'organizzazione di seminari di scrittura.

Quale il programma dell'edizione del 2005?

Abbiamo iniziato già in maggio, con due settimane culturali. I tre autori invitati hanno partecipato a serate pubbliche nelle biblioteche e hanno tenuto degli atelier di scrittura con delle classi scolastiche. Abbiamo cercato di aumentare l'ancoraggio territoriale. I testi nati da questi primi incontri del 2005 confluiranno in un numero speciale della rivista " Le Persil", diretta dallo scrittore rumeno losannese Marius Daniel Popescu, nostro ospite durante quest'edizione. Nel corso di questa serie di incontri ci siamo accorti fino a che punto, da parte delle scuole, vi sia una richiesta di iniziative di questo genere: è dunque prevedibile che il programma avrà un seguito naturale. Quest'anno l'autore " en résidence" è Maryse Vuillermet, che ha il compito di consegnarci una quarantina di pagine incentrate sul tema delle " Confluenze". Nel fine settimana del 23- 25 settembre avrà luogo poi l'immancabile " pellegrinaggio", a piedi sulle cime del Giura, con gli scrittori ( tra cui Leonardo Zanier e Fabio Pusterla) e la popolazione che vorrà seguirci in questa nuova avventura.

Adattamento italiano: LeCulturactifSuisse

Version complète en français: www.culturactif.ch/invite/cirefice2.htm


Page créée le 28.06.05
Dernière mise à jour le 28.06.05

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