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Bloc notes 45

  Bloc notes 45

 

 

 

Bloc notes 45 : Il teatro nella svizzera italiana

  Sommario

Il teatro nella svizzera italiana

a cura di Manuela Camponovo e Pierre Lepori

Pierre Lepori Sommersi o salvati
Manuela Camponovo Il teatro indipendente nel Ticino
Ernesto Rempel Maria Bazzi: un'attrice ticinese sulle vie del mondo
Pierre Lepori Il dialetto nel Teatro ticinese : alibi o cultura
Joël Aguet Lui, lei, l'amante: teatro, Romandia e ricerca storica
Simone Gojan Theaterlexikon der Schweiz: un'occasione per riunire le forze
Giuliana Pelli-Grandini Fotografie
Nadia Gabi Le fotografie teatrali di Giuliana Pelli-Grandini, il Teatro delle immagini
   
FABULA  
   
Sebastiano Caroni Istanti
Daniele Morresi La soglia
Gaetano Frongillo Racconti
Gianfranco Fantin Un posto chiamato paradiso
   
UTILITÀ  

 

  Recensione


bloc notes numero 45 - PUBBLICAZIONI

Curato da Pierre Lepori e Manuela Camponovo, è da oggi in libreria
Per la storia del teatro in Ticino

Uno stimolante dossier sul numero 45 della rivista «Bloc Notes»

«Sommersi o salvati. Si può fare una "Storia del teatro della Svizzera italiana?"», questo l'accattivante titolo con il quale Pierre Lepori apre il dossier che ha curato insieme a Manuela Camponovo, pubblicato nel numero 45 di «Bloc Notes», da oggi nelle librerie. Da quanto si evince dalle note biografiche degli autori, si tratta di una piccola anticipazione di quanto si potrà ben presto leggere nel Dizionario teatrale svizzero, la cui pubblicazione (come spiega la caporedattrice Simone Gojan in un breve articolo) è prevista nel 2003 e nella tesi di dottorato sul tema che lo stesso Lepori sta preparando presso l'Università di Berna.

Nell'articolo citato l'autore si spinge al di là di quello che definisce «lo spartiacque degli anni Settanta», periodo che vede affiorare anche nella nostra regione una «tradizione teatrale» fatta di compagnie indipendenti, molte delle quali tuttora attive, e al tempo stesso si concentra sul teatro della Svizzera italiana e non nella Svizzera italiana, ovvero sulla produzione autonoma e non tanto su ciò che si vede sui palcoscenici nostrani nell'ambito delle stagioni istituzionali.

Risalendo alle origini del costume teatrale nella nostra regione, Lepori cita così il silenzio caduto sull'attività legata al convento dei Gesuiti di Bellinzona attorno alla metà del XVII secolo che predata di oltre cinquant'anni la presenza certificata di rappresentazioni sceniche rispetto alle esperienze dei Padri Somaschi di Lugano. Testimonianze che portano l'autore a parlare di «tradizione continuata di teatralità professionistica pre-cantonale», a sfatare «il mito di una teatralità popolare diffusa, folklorica o religiosa» e ad ammettere un uso culturalmente alto della rappresentazione teatrale sin dal Seicento. Dati che suffragano la possibilità di redigere una storia del teatro ticinese, tenendo ben presenti i rischi di un'idealizzazione, evitando il senso di inferiorità e, soprattutto, ampliando una ricerca documentaria che è solo agli inizi.

Manuela Camponovo si occupa invece della realtà del teatro indipendente in Ticino, caratterizzata dalla ricerca di testi nuovi e più impegnativi rispetto alla norma delle stagioni ufficiali alla quale si affianca un fenomeno amatoriale importante. A partire dal 1969, la nostra regione vede il fiorire di molteplici compagnie indipendenti che puntano, pur tra mille difficoltà, al professionismo. Uno sviluppo che porta ad una maturazione graduale che si concretizza nel 1987 nella nascita del TASI (Teatri Associati della Svizzera italiana) che attualmente riunisce ben diciassette compagnie, e che si è occupato di organizzare nel corso degli anni «vetrine» come TI-Teatro o TI-Danza. Di rilievo anche l'apporto plurilinguistico con attori di lingua madre francese, tedesca o spagnola; l'impegno profuso sul fronte organizzativo con l'allestimento di festival, eventi e rassegne e la produzione di spettacoli per il pubblico più giovane che si sono guadagnati diversi premi anche in Svizzera e in Italia.

Una realtà che è comunque sempre «a rischio», sia per motivi logistici che finanziari, nonostante il restauro e la riapertura, nel corso degli ultimi quindici anni, di strutture importanti come il Teatro di Locarno, il Sociale di Bellinzona o il Cinema Teatro di Chiasso che comunque restano di regola precluse alle compagnie locali.

Il dossier di «Bloc Notes» si completa con la pubblicazione di larga parte di un'intervista alla cosmopolita attrice ticinese Maria Bazzi (1897-1959), concessa al giornalista della RSI Ernesto Rumpel nel 1955; con un dibattito a più voci sul dialetto nel teatro ticinese, con alcune riflessioni di Joël Aguet sulla storia del teatro in Romandia; con il già citato articolo di Simone Gojan e con un portfolio dedicato all'attività di documentazione fotografica della scena ticinese da parte di Giuliana Pelli-Grandini commentata da Nadia Gabi.

La sezione «Fabula» presenta invece racconti di Sebastiano Caroni, Daniele Morresi, Gaetano Frongillo e Gianfranco Fantin.

Corriere del Ticino

martedi, 10 settembre 2002 (Spettacoli)

Résumé en français

Bloc-Notes No 45 : un dossier sur le théâtre tessinois

Le numéro 45 de la revue Bloc Notes propose un dossier signé Pierre Lepori et Manuela Camponovo consacré au théâtre de la Suisse italienne. Pierre Lepori montre comment un véritable théâtre au Tessin existe dès le XVIIè siècle, bien avant la professionnalisation de la branche dans les années 1930, désamorçant ainsi le mythe d’un théâtre essentiellement populaire, folklorique avant ce moment. Cette réalité permet d’envisager la rédaction d’une histoire du théâtre tessinois, qui nécessiterait toutefois une vaste recherche documentaire qui a tout juste commencé.

Manuela Camponovo s’attelle quant à elle à la situation du théâtre indépendant au Tessin, dont l’activité s’est fortement accélérée dès 1969. Pas moins de 17 compagnies indépendantes sont actuellement inscrites à la TASI, Association de théâtres tessinois fondée en 1987. L’activité de ces compagnies se distingue par la recherche de textes neufs et souvent plus difficiles que ceux donnés dans les théâtres institutionnels, parfois plurilingues, et divers projets tels que festivals, , théâtre pour la jeunesse notamment. Une réalité pourtant précaire pour des motifs logistiques et financiers.

Ce dossier se termine par une interview accordée en 1955 à la Radio Suisse Italienne par la cosmopolite comédienne tessinoise Maria Bazzi, un débat à plusieurs voix sur le dialecte dans le théâtre tessinois, des réflexions de Joël Aguet sur le théâtre en Suisse Romande et une documentation photographique et un article de Simone Gojan sur l’état de la recherche sur le théâtre en Suisse, notamment autour du Dictionnaire du théâtre en Suisse.

Ce numéro de Bloc-Notes contient en outre des nouvelles de divers jeunes auteurs de langue italienne.

 

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Page créée le 30.09.02
Dernière mise à jour le 30.09.02

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