Alberto Nessi
Iris Viola, Faloppio, LietocolleLibri, 2004

Alberto Nessi / Iris Viola

Alberto Nessi è un poeta molto attento a rilevare gli effetti di una produzione industriale aggressiva e devastante in luoghi in cui, specie nei suoi ricordi d'infanzia, si effettuava il passaggio dal mondo di una provincia di confine a quello delle imprese multinazionali. L'ambientale sociale offertoci, è generalmente quello destinato a soccombere, composto di persone umili, dedite a lavori subalterni e spesso deluse nelle loro aspettative. Nella sua poesia affettuosa, pronunciata a bassa voce e affatto estranea alle fantasmagorie dell'io, prevale quel senso di partecipazione, simpatia e delicatezza che gli permette di rivivere la vita degli altri...

dalla prefazione di Silvio Aman

Alberto Nessi est né à Mendrisio (TI) en 1940. Il a grandi à Chiasso et étudié à la Scuola Magistrale de Locarno et à l'Université de Fribourg. Il enseigne la littérature italienne à Chiasso et a publié des recueils de poésie et des romans, dont certains en francais: LE PAYS OUBLIÉ (1986, Zoé), un portrait de la Suisse italienne, TERRA MATTA (1988, Zoé), trois récits du Mendrisiotto, LE TRAIN DU SOIR (1992, Zoé coll. CH), LA COULEUR DE LA MAUVE (1996,Empreinte, Poche Poésie) et FLEURS D'OMBRE (2001, La Dogana, Prix Lipp).

Alberto Nessi, Iris Viola, Faloppio, LietocolleLibri, 2004

 

En bref et en français

C'est un très mince volume, quelques poèmes seulement. Si le Culturactif a tenu a en faire un livre du mois, c'est non seulement parce que les poèmes nous ont paru beaux, mais aussi parce que cette élégante publication inaugure une nouvelle collection auprès de l'éditeur LietoColleLibri. Dans le bref entretien ci-dessous, Silvio Aman explique l'intention de cette collection, baptisée Altre Terre : il s'agit de proposer aux lecteurs de langue italienne de la poésie venue d'ailleurs ; il est possible et souhaité que la littérature suisse y figure en bonne place, avec des Tessinois, mais aussi des traductions de poésie alémanique, romande et romanche. Si d'autres éditeurs italiens présentent de la poésie de ce pays, ils restent en effet rares, et souvent ce sont des maisons bénéficiant d'une diffusion restreinte. Silvio Aman a également constaté des lacunes dans de récentes anthologies, qui négligent largement cette littérature, et plus généralement une connaissance qui se limite souvent à Keller, Dürrenmatt et Walser.
A notre tour, nous vous offrons l'un des poèmes d'Alberto Nessi; il est en six parties, et la dernière a été traduite pour le Culturactif par Mathilde Vischer.

Le Culturactif

 

3 poèmes de Iris Viola

Mi ricordo di te quando il fantasma
del nuovo giorno reca in sé un respiro
di frassini e d'ontani, madrigale
che corre nella vena delle foglie

musica di lacinie che m'illumina
sulla soglia di casa, fiato mutato in capra
di nebbia che annusa la costa
madre che parli la lingua della pietra

e della nuvola, lontana dalle menzogne
vai col passo leggero di sempre
lungo il sentiero della memoria
e come una volta sei vicina al grigio

del cielo visto dalla finestra: questo, dici,
è il tempo che mi somiglia.
Mi ricordo quel cielo
che lasciava una traccia nei tuoi occhi.

La vita è fatta di piccole morti
di mosche che zampettano sul dorso,
il tocco della pendola è lontano
ma se la sera ci ridà fiato, andiamo

ancora sotto i rami del salice
tu vedova, io ragazzo selvatico
che scappa, si nasconde nell'armadio.

***

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A cosa pensi? A tante cose, dicevi,
il silenzio era neve sulla tela cerata
sotto le corolle del lampadario
copriva l'erba delle parole taciute

ed io a cosa penso adesso nell'età
della perdita, quando il falco
si libra sempre più alto nel cielo
più lontano dai fuochi che m'accesero

penso alle cose che non ci si dice mai
inciampo nelle radici e nelle liane
qui nei boschi dove tua madre ragazza
si lasciò prendere da un lavorante

ascolto l'uccello dal capo azzurro
che annuncia il crepuscolo dell'alba
sopra i rottami dei sogni, scruto
la macchia bruna sul mio viso

e tengo d'occhio il petalo che reca
un'eco della tua luce. Nell'ora del bilancio
ci sei tu che fai i conti a matita
sul foglio quadrettato del notes

c'è la tua collana di perle finte
il gelato nel bicchierino che ti portavo
i pomeriggi d'estate dal bar vicino,
l'erba segreta del nostro silenzio.

***

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poème d'Alberto Nessi extrait de Iris viola, traduit par Mathilde Vischer

Que voyais-tu lorsque tu étais allongée
sur ton lit d'hôpital ? Dans ta tête
tu faisais peut-être le tour des plantes
de ta vie : le mûrier,

le noisetier de la maison du boulanger,
le saule de la rue Stoppa dont les branches s'agitaient
les jours de tempête. Un buisson
incrusté de pétales blancs

te tient maintenant compagnie dans le jardin
devenu le tien, il filtre les bruits
de la terre, offre de claires ombres
à ton visage paysan.

Je te regarde sur cette photo à contre-jour
assise devant la fenêtre
pendant que tu tries de fines pierres, légèrement courbée
dans un tablier d'été bleu clair

derrière ton visage farouche on devine
un après-midi lumineux
des ouvriers dans la cour, qui le matin
te réveillent en jurant sur leurs pelles.

Mais regarde-moi, toi, à présent, de ce buisson
donne-moi la force de ton regard
protège-moi du noir qui avance
avec ses griffes sur le quai.


Cosa vedevi quand'eri sdraiata
sul letto d'ospedale? Nella mente
forse facevi il giro delle piante
della tua vita: il morone,

il nocciolo della casa del prestino,
il salice di via Stoppa che agitava rami
negli stratempi. Ora un cespuglio
tempestato di petali bianchi

ti fa compagnia nel giardino
finalmente tuo, filtra i rumori
della terra, regala ombre chiare
al tuo viso contadino.

Ti guardo in questa foto controluce
seduta davanti alla finestra
mentre fai le pietrine, un po' curva
nel grembiule azzurrino dell'estate

dietro il viso scontroso s'indovina
un pomeriggio luminoso
nel cortile degli operai che la mattina
ti svegliano bestemmiando sui badili.

Ma guardami tu, ora, da quel cespuglio
dammi la forza del tuo sguardo
proteggimi dal buio che avanza
con le sue zampe sopra la banchina.

 

6 domande a Silvio Aman (curatore della collana "Altre Terre")

Come è nata la collana "Altre Terre" presso il piccolo raffinato editore Michelangelo Camilliti (Lietocollelibri)? Perché presentare presso un editore italiano la produzione di autori svizzeri, in parte già presenti presso grandi editori italiani?

La collana "Altreterre" è nata dal grande interesse di Camilliti per la poesia contemporanea, dal suo desiderio di poter diffondere e presentare al pubblico italiano anche poeti stranieri. E' vero che la produzione degli autori svizzeri è già presente presso gli editori italiani, ma si tratta di pur sempre di un esiguo numero, e spesso queste loro pubblicazioni risultano introvabili, perché pubblicate da piccoli e raffinati editori, come per esempio Scheiwiller, che non godono certo di ottime distribuzioni. Inoltre, recenti antologie, uscire presso grandi editori, tranne Giorgio Orelli, hanno quasi del tutto ignorato la poesia svizzera.

Come è stato scelto il titolo di questa collana ("Altre terre") e il piccolo logo misterioso che figura ad apertura del volume di Alberto Nessi (uno scudo)?

Dopo aver avanzato dei suggerimenti, ho accolto molto volentieri il titolo "AltreTerre". Non ho indagato sulla scelta, ma mi piace pensare a Camilliti come navigatore e persona comunque curiosa di ciò che accade in altri Paesi, verso i quali intende gettare dei ponti. Lo scudo sintetizza la figura del Lieto colle che vuol essere anche quello della poesia - con la sua piccola chiesa.

Perché una collana separata per gli autori del nostro paese, a cui lei dichiara di "non voler chiedere certo il passaporto"? E' possibile secondo lei vedere in questa produzione una sorta di "scuola" o una linea di continuità stilistica?

Vorrei precisare, che la collana non è dedicata solo ai poeti svizzeri, come in effetti si evince dalla nota di presentazione; essa, anche in seguito a un mio preciso suggerimento, vedrà apparire poeti di altre nazioni, e questo proprio seguendo l'idea di Michelangelo Cammilliti, che è quella di una poesia senza confini. Parlando di poeti svizzeri di lingua italiana, vedo una continuità con la nostra produzione, anche per ragioni di ordine
culturale, oltre che linguistico.

Quali altri progetti prevede la collana, in particolare per quanto riguarda le traduzioni dalle altre tre lingue della Confederazione? Quali altri libri sono in preparazione?

Oltre a Nessi e a Gilberto Isella (di prossima uscita), ho proposto una scelta di poesie (tradotte dal francese) di Markus Hediger, autore che stimo molto. Le mie proposte, fino ad ora, sono state quelle di prendere in considerazione anche autori di lingua russa e svedese. Ma intanto avrei piacere di poter continuare a occuparmi di autori svizzeri e di poter proporre delle traduzioni da poeti di area francese, tedesca e retoromancia..

Lei ha già curato un numero monografico della rivista "Hesperos", dedicato proprio alla produzione letteraria elvetica: come mai questo interesse così marcato, questo piccolo balzo al di là del confine?

Il mio interesse per la letteratura svizzera nasce da tante cose fra loro molto diverse e non sempre razionalmente definibili. Posso, quindi, per fare solo due esempi cultural-geografici, citare il fascino che ho sempre provato per l'ambiente elvetico (fascino sorto fin da quando guardando dalle finestre della mia casa d?infanzia verso i monti ticinesi), sia paesagistico, sia architettonico, sia infine di ordine sociale, e per alcuni scrittori, come Keller, Walzer, Dürrenmatt, etc. Inoltre, una mia ava era svizzera.

Ha l'impressione che la letteratura svizzera, in particolare, la poesia, goda in Italia di un interesse particolare o crede piuttosto che vi sia un'ignoranza ancora da combattere, sul nostro paese, le sue lingue, le sue culture?

La letteratura svizzera è nota in Italia, se parliamo dei classici come Keller, Dürrenmatt, etc. A questo proposito, anche Walser è noto (molto meno Glauser), ma il suo pubblico è scelto, non fa certo massa. La poesia, come accade spesso, è meno nota, anche perché i nostri grandi editori (prenda l'antologia Mondatori dedicata al Novecento), per quel che riguarda la Svizzera, dopo Orelli mi pare si fermino. A questo punto, sì, l'ignoranza, riguardo alla Svizzera, è ancora da combattere, sia per la produzione letteraria,
sia per le sue lingue e culture.

© Le Cultur@ctif Suisse (PL)
Novembre 2004