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Feuxcroisés

 


Il fuoco incrociato delle patrie lettere In concomitanza con il Salone del libro di Ginevra, ritorna "Feuxcroisés"

Mantiene le promesse e soddisfa le esigenze del lettore interessato al dialogo letterario, interlinguistico e politicoculturale tra le quattro etnie svizzere, il secondo volume di "Feuxcroisés"

La rivista, che ha come sototitolo "Letterature e scambli culturali in Svizzera", è annuale ed è distribuita dall'editore ginevrino Zoé. Il numero è uscito a fine aprile, propiro ad un anno di distanza dal primo, in concomitanza, non casuale, con il Salone del libro di Ginevra (che si apre oggi). Mantiene le promesse siccome rimane fedele alla linea prefissatasi: esprimere e valorizzare le diversità culturali di questo nostro paese. Lo fa in questo numero privilegiando il campo e gli argomenti letterari, ma pure affrontando, attraverso testimonianze di scrittori e no, il discorso della comprensione interconfederale, della funzione pubblica dello scrittore al di fuori della sua produzione letteraria, del suo rapporto con il paese e i suoi problemi, della sua posizione culturale nei confronti della rispettiva nazione confinante, del ruolo dell'intellettuale e altro ancora.

Tematiche non nuove, ma attualizzate da sollecitazioni più o meno recenti: per esempio, l'invito rivolto agli scrittori da Flavio Cotti, in occasione della Buchmesse di Francoforte del 1998, quanto la Svizzera fu ospite ufficiale, ad esprimere la loro responsabilità di coscienza politica della nazione, ad affermare la loro presenza nella società; l'Expo 02; il fenomeno Blocher e il dilagare di tendenze di destra; l'apertura al mondo. Ne parlano, sollecitati dalle domande dei loro intervistatori, Adolf Muschg, Jürg Laederach, Mariella Mehr, Alberto Nessi, Iso Camartin, Più strettamente biografiche, legate alla loro esperienza esistenziale e letteraria, alla loro opera, le interviste ad altri scrittori, trac cui Giovanni Bonalumi (a colloquio con Danielle Benzonelli che ha curato la traduzione in francese di Per Luisa, di prossima pubblicazione), Fabio Pusterla (a colloquio con Maurizio Chiaruttini) o ancora Erica Pedretti, scultrice oltre che scrittrice in lingua tedesca, originaria della Moravia, da dove venne esiliata con altri tre milioni di tedeschi alla fine della guerra.

Uno spazio è riservato agli scrittori dell'immigrazione in Svizzera, sconosciuti e assenti dalle nostre librerie, siccome scrivono in spagnolo o albanese, nonché alla funzione del traduttore. La parte stettamente letteraria è completata da una panoramica di libri pubblicati nel 1999 nella Svizzera tedesca, italiana e romancia, nonché delle riviste letterarie, con un particolare omaggio al posto assunto da Idra durante un decennio di esistenza, che proprio quest'anno ha cessato le pubblicazioni.

Un capitolo dall'impronta più politico-culturale è riservato alla questione sempre attuale della comprensione interconfederale. José Ribeaud si intrattiene con alcune personalità, tra le quali Achille Casanova, Yvette Jaggi, presidente di Pro Helvetia, e André Baltensberger, segretario della "Conferenza dei governi cantonali", su questioni legate al plurilinguismo, agli interscambi culturali, all'importanza della cultura come cemento di coesione nazionale, all'avanzata dell'inglese. In proposito, la risposta di Casanova alla domanda "quando il Consiglio federale terrà le sue sedute in inglese?" appare rassicurante: "non è per domani". Consoliamoci, dunque, ma rimaniamo vigilanti perché il dopodomani potrebbe anche non essere lontano.

di Flavio Zanetti
Giornale del Popolo

 

Page créée le 20.11.01
Dernière mise à jour le 20.06.02

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