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Elvira Dones
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Nota biografica / notice biographique - Bibliografia - Sole bruciato - Bianco giorno offeso

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Rubrique Livre du Mois
Vergine giurata


  Nota biografica / notice biographique

Nota biografica

Elvira Dones è nata a Durrës/Durazzo (Albania) nel 1960. Ha compiuto studi in letteratura albanese e anglistica all'università di Tirana. Vive dal 1988 in Svizzera. Scrive in Albanese. Tre dei suoi romanzi sono tradotti in italiano: per l'ultimo Bianco giorno offeso l'autrice ha curato personalmente la traduzione. Il romanzo Sole bruciato è stato inoltre adattato dall'autrice per lo schermo (e verrà realizzato dal regista albanese Fatmir Koçi nell'autunno 2004. Ha inoltre realizzato per la Televisione Svizzera italiana due documentari: Cercando Brunilda e I ngujuar (Inchiodato), che verrà diffuso nell'autunno 2004.

Notice biographique

Je suis née en juillet 1960 à Durrës (Albanie). J'ai terminé mes études de langue et littérature albanaises et anglaises à l'université de Tirana. J'ai ensuite travaillé comme responsable du département import-export aux studios cinématographiques "Nouvelle Albanie", et en même temps j'ai écrit et présenté des programmes culturelles (cinéma, littérature, langues) à la TV albanaise.

En 1988, pendant un voyage de travail à Milan, j'ai "décidé d'oublier" de faire retour en Albanie - et je suis arrivée en Suisse, où j'ai (re)commencé à écrire, d'habitude en albanais, parce que l'amour pour ma langue maternelle m'empêche de faire autrement.

Je suis membre de la Societé suisse des écrivaines et écrivains.

Consulter le site de l'auteure: www.elviradones.com
Contacter l'auteure : elvira.dones@gmx.net

 

  Bibliografia

Dashuri e huaj, Tirana, Çabej, 1997 (traduzione italiana: Senza bagagli, Lecce, Besa,1998).
 
Kardigan, Tirana, Çabej, 1998
 
Lule të gabuara, Elbasan/Tirana, Onufri, 1999.
 
Yjet nuk vishen kështu, Elbasan, Sejko, 2000 (traduzione italiana: Sole bruciato, Milano, Feltrinelli, 2001, Premio Latisana per il Nord-Est 2001).
 
Ditë e bardhë e fyer, Elbasan, Sejko, 2001 (traduzione italiana di Elvira Dones: Bianco giorno offeso, Novara, Interlinea, 2004).
 
I love Tom Hanks (përralla moderne), Elbasan, Sejko, 2002.
 
Më pas heshtja, Elbasan, Sejko, 2004.
 
Soleil brûlé, trad. de l'italien par Catherine Pierre-Bon, A. Carrière, 2005
 
Vergine giurata, Feltrinelli, Milano, 2007.
 
I mari ovunque, trad. di Rovena Troqe, Interlinea edizioni, 2007.
 
Traduzione
 
Ismail Kadaré, Le spiagge d`inverno, traduzione di Elvira Dones, Locarno, Dadò, 1996
 
Bianco giorno offeso, traduzione di Elvira Dones, Interlinea Edizioni, 2004

 

  Sole bruciato (Milano, Feltrinelli, 2001)

"Sole bruciato" racconta la vita di uomini e donne smarriti dopo il crollo del regime albanese e i sogni sbriciolati sui marciapiedi d'Europa da un male che nessuno pensava di avere dentro. Un male che esplode quando le speranze si infrangono definitivamente, con la violenza senza limiti, la follia dei soldi facili, l'annullamento di qualsiasi etica umana. La voce narrante che apre il romanzo è quella di Leila, una giovane donna covinta a venire in Italia per diventare stilista e obbligata a prostituirsi. Leila torna a casa morta, rinchiusa in una bara, dopo tre anni di assenza. Come nei racconti epici è lei a tirare le fila delle numerose storie che si intersecano: la sua, quella di Soraja, di Elena, di Laura e di altre ragazze tutte con lo stesso destino.

A dire queste crudeli verità è Elvira Dones, scrittrice albanese da anni residente in Ticino, che con il suo "Sole bruciato" ha pubblicato per Feltrinelli un libro che certamente farà discutere. Innanzitutto per la violenza di cui è intriso, per l'odio, la malvagità che ne macchiano le pagine, in una sorta di altare sacrificale su cui le vittime sono giovani ragazze innocenti, finite per sbaglio nel giro fatale della prostituzione. Dall'altra parte taluni dovranno finalmente farsi un esame di coscienza guardandosi dentro, per rendersi conto che, come sottolinea l'autrice stessa, laddove non esiste la domanda non c'è nemmeno l'offerta. E la domanda, lo sappiamo, esiste eccome. (…) E' scorrevole, pulsante di vita, di carne viva, di istinti bestiali e omicidi. L'apparente mancanza di possibili vie d'uscita per le prostitute viene sottolineata, redarguita e continuamente messa davanti agli occhi del lettore dal ripetersi di storie solo apparentemente diverse, ma con un esito irrimediabilmente simile: le botte, il silenzio, la morte. Alla fine delle trecento pagine a prevalere resta solo un senso di sconforto e l'impotenza davanti a una situazione che è ormai sfuggita al controllo di ognuno di noi.

Simona Sala

(…) La Dones è una scrittrice doppiamente coraggiosa: innanzitutto per aver voluto prendere la parola in nome delle ragazze della sua terra, per dare loro quella voce che è stata resa silenzio e per aver voluto opporsi alla tradizione culturale albanese che vuole le donne sottomesse agli uomini.

Fulvio Panzeri
Avvenire

(…) E' una bella scoperta, perché apre una finestra sulla letteratura dell'altra sponda adriatica, perché ci fa guardare ai nostri vicini albanesi con meno pregiudizi idioti, ma soprattutto perché si tratta di un'opera dalla robusta, raffinata forza narrativa.

Mario Fortunato
L'Espresso

(…) E infatti il romanzo ha fatto discutere quando è uscito nella sua ex patria, l'anno scorso. Simile in questo a molti libri scritti nel nostro paese sulla mafia, potrebbe diventare uno strumento quanto meno utile a capire che si può tentare di sradicare alcuni fenomeni solo guardando in faccia la cultura della complicità. Pena la resa della civiltà, questa sì, globale.

Alessandra Orsi
La Stampa

 

  Bianco giorno offeso (Novara, Interlinea, 2004)

Elvira Dones torna con un romanzo forte e doloroso che ha per protagonisti un profugo albanese in Svizzera e un amico dalla straordinaria vitalità mal incanalata e controcorrente. È il racconto della profonda e tormentata amicizia tra i due uomini, attraversata da altre passioni, struggenti e impossibili perché così è la vita e perché i personaggi sono in balia della storia. Un romanzo intenso, appassionante, vero.

Protagonisti sono un profugo albanese in Svizzera e un amico dalla straordinaria vitalità, controcorrente. Una scia che avvolge un mondo " laterale", quello degli immigrati balcanici in un paese ricco ed indifferente, e ne mette in evidenza le ferite mai rimarginate. Il libro racconta la profonda e tormentata amicizia tra i due uomini, attraversata da altre passioni, struggenti e impossibili perché così è la vita e perché i personaggi sono in balia della storia. Una rivelazione e insieme una conferma per la scrittrice che ha vissuto sulla propria pelle il dramma della fuga dalla patria e della vita da rifugiato.


12 giugno 2004

Ilir Bejko è un profugo albanese in Svizzera, " un semplice pizzaiolo, un po' falegname e un po' muratore " ; Max Baumann il rampollo di una famiglia borghese di Lugano, appassionato musicista e giocatore d'azzardo. L'amicizia che li lega è un sentimento profondo, insolito e inattuale, la loro storia - narrata attraverso una " promessa " che va oltre la morte - è un valore assoluto attribuito soprattutto alla scrittura. " Tu racconterai questa... cosa, questa vita, quest'amicizia " , si fa promettere Max dall'amico, " Racconterai un giorno, quando avrai tempo, con calma, senza fretta " . Il racconto, idealmente scritto da Ilir, si sviluppa attorno a due figure emblematiche del nostro tempo e ai loro impossibili, infelici amori per due donne provenienti da ambienti diversi e portatrici di due diversi drammi esistenziali. In questa mise en abîme il dolore e la nostalgia, i sogni del presente e i fantasmi del passato si mescolano, si incontrano e si scontrano in un gioco di rimandi e di specchi dove l'erranza del nostro tempo e un nuovo, sottilissimo, destabilizzante mal de vivre assumono caratteri macroscopici intimamente distruttivi. Fino al giorno in cui Max, in un " bianco giorno offeso " , deciderà di mettere la parola fine alla sua vita e si farà massacrare a colpi di pistola durante una rapina, in un suicidio da lui stesso educatamente, elegantemente, tragicamente messo in scena e Ilir, l'eterno profugo, ancora una volta resterà solo " in una desolazione smunta, in una sordità senza confini " , sopraffatto da un dolore disperato, asciutto e senza sbocchi. Con Bianco giorno offeso apparso dopo Sole bruciato ( Feltrinelli, Milano, 2001 ), Elvira Dones affronta la seconda parte della sua Trilogia del dolore. Il terzo libro E dopo, il silenzio, è stato pubblicato in Albania ma non è ancora stato tradotto in italiano. (…)

Lucia Morello

 

Page créée le 01.08.98
Dernière mise à jour le 25.07.08

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